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"Un velo da svelare" Iniziativa a margine del Convegno
Artisti in Viaggio. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia 2002 - 2006
       
 

Antonio Corradini, Sara (XVIII secolo)

Chiesa di San Giacomo Apostolo in Udine, Sara di Antonio Corradini (XVIII secolo)

 

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UN VELO
DA SVELARE

“Spesso si tratta della materia dei beni culturali senza porre troppa attenzione al suo oggetto e ai suoi limiti: si da per presupposto che l’intervento pubblico nel settore della cultura e delle sue rappresentazioni materiali sia del tutto ovvio e normale e, troppo dimentichi che in realtà cultura e sue proiezioni nascono dalla società civile, non ci si interroga su quali sono invece i limiti di latitudine e la stessa ragion d'essere di questa presenza pubblicistica.” *

A margine del progetto interdisciplinare Artisti in viaggio. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia, programma di ricerca volto ad approfondire l’opera e il contributo degli artisti “forestieri” che hanno viaggiato in questa regione dal secolo XVI al secolo XX, Itineraria promuove l’iniziativa “Un velo da svelare”, una campagna di sensibilizzazione sul problema della conservazione e tutela di monumenti e di opere d’arte.

Lo scopo è quello di raccogliere i fondi necessari per il restauro di opere individuate durante i convegni sugli “Artisti in viaggio” e scelte in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni del Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo finale è quello di promuovere e diffondere il sentimento della cura del patrimonio.

Tra i principi fondanti dell’Associazione Itineraria c’è quello della divulgazione e tramite questa anche la possibile tutela del patrimonio storico artistico e paesaggistico. E’ fuor di dubbio che l’attuabilità delle norme di un paese passa attraverso la conoscenza dei beni e la giusta consapevolezza dei valori. Nessun patrimonio potrà mai essere tutelato unicamente dalle leggi, neppure dalle più savie, se queste non trovano prima riscontro nel profondo delle coscienze dei cittadini.

Il nostro paese custodisce, con stime più o meno approssimative, il 70% del patrimonio culturale mondiale, il maggiore in termini di quantità e di qualità. Questa straordinaria ricchezza è fonte di impagabile conoscenza e di gioia, è patrimonio dell’intera umanità. La consapevolezza dell’universalità del suo valore non potrà più essere in futuro appannaggio esclusivo delle istituzioni, pena il detrimento del bene, deve invece trasformasi in una diffusa coscienza civile.

Si tratti di un bosco o di una laguna, di un monumento o di un’opera pittorica, questi potranno trovare tutela ed essere tramandati ai posteri solo se accanto a leggi mirate essi troveranno posto anche nel cuore di ciascun uomo.


Maria Paola Frattolin

 

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*Giuseppe Caia, Il testo unico sui beni culturali e ambientali, Giuffré Editore, Milano, 2000

 
 
 
 
 
 
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